BRICIOLA NUMERO 7 - RIMINI RIMINI

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Rimini Rimini è un progetto nato dal recupero di tessuti di ombrelloni usati, che Marcella Foschi e Elena Gualtieri utilizzano per realizzare borse e zaini reversibili. Ci sentiamo molto vicine al concetto di riuso e sostenibilità che Rimini Rimini incarna. Il risultato cromatico dei loro prodotti è davvero ben riuscito, l’utilizzo di piccoli galleggianti e corde “marinaresche” sono una caratteristica di questo brand che amiamo molto. Ogni prodotto ha il nome di una località balneare, noi ci abbiamo trovato anche quella in cui andavamo da bambine e ci siamo un po’ emozionate!


Raccontateci qualcosa di voi e del vostro lavoro: 

Quando e com’è nata l’idea di realizzare questi prodotti? 

Ormai 8 anni fa, un mio caro amico mi segnalò che, alla fabbrica di ombrelloni dove lavorava, buttavano via un sacco di vecchi ombrelloni sfoderati dal loro telaio e ce ne erano a mucchie e di colori ancora molto belli. Mi disse: “Marcella ti ci voglio portare perché secondo me ci trovi sicuramente del buono da fare!” :) E così è stato, colpo di fulmine nel vedere tutti questi colori. Mi ci è poi voluto un po’ di tempo per sviluppare i prodotti. Ai tempi sapevo a malapena usare la macchina da cucire, non pensavo che poi sarebbe diventato il mio lavoro quasi a tempo pieno. 

Siamo curiose, come avete scelto il nome Rimini Rimini? 

Beh, prima di tutto sono una fanatica degli anni ’80, seconda cosa serviva un nome che facesse mare, ombrelloni ma allo stesso tempo anche un po’ vintage/nostalgico. Rimini è una località tuttora piena di turisti, però diciamo che negli anni ’80 era proprio di moda, invasa da tedeschi, austriaci e svedesi (per questo siamo molto amate specialmente in Germania e Austria). E quindi è stato un lampo quando abbiamo pensato che chiamarci come quel film avrebbe raccontato tutto quel mondo lì, di colori vintage e tresche sotto gli ombrelloni.


É complicato o più impegnativo rispetto ad altre stoffe lavorare un tessuto come quello degli ombrelloni di riciclo? 

É molto complicato e molto impegnativo avere a che fare con questo materiale, i tessuti non sono complanari (cioè piatti), hanno spesso buchi o imperfezioni da evitare, non possiamo per questo tagliare più borse contemporaneamente, ma sempre una per una per controllare che i pezzi vengano tagliati nei punti giusti. Anche per una questione di recupero, usiamo l’ombrellone fino agli scarti più piccoli partendo a tagliare gli zaini grandi per arrivare alle bustine. A volte i tessuti sono molto morbidi, sia a causa del tempo che della differenza di materiale che si usava una volta, e hanno anche bisogno di essere rinforzati con il fusto adesivo. Per farla breve, ci sono dei giorni che in laboratorio siamo esasperate dall’uso di questo materiale e pensiamo come sarebbe facile la vita se ne usassimo uno nuovo, ma poi si perderebbe tutta la poesia quindi (imprecando) resistiamo!

Qual’è l’iter progettuale che adottate per le vostre creazioni? 

Eravamo partite con due modelli base da mare, una borsa da donna e la sacca mare unisex, entrambe con le corde nautiche e i galleggianti da pesca. Da questi modelli poi ne abbiamo sviluppati altri partendo dalla stessa base geometrica. Nel corso del tempo poi, abbiamo progettato in base a cosa pensavamo potesse essere bello e comodo da indossare con i nostri colori o in base anche a cosa ci chiedevano i nostri stessi clienti.


Raccontateci una vostra giornata lavorativa tipo? 

Ci diamo un orario e iniziamo sempre una mezz’ora almeno dopo, prima resoconti chiacchiere, focaccine o le torte dell’Elena. Facciamo liste, di cose da fare e di materiali da comprare. Si taglia, si stira, si cuce alternandoci il lavoro. Si sceglie la musica da ascoltare, oppure la radio. Chi è stufa di una cosa fa l’altra. Pranziamo cucinando insieme, quando il tempo lo permette preferiamo in giardino e poi ci rimettiamo all’opera. Non abbiamo orari fissi, definiamo il lavoro rispetto alle scadenze e alla nostra disponibilità. Elena è la più precisa e quella che dice “non ce la faremo mai”, Marcella quella del fare tutto all’ultimo perché “ma sì, ce la facciamo sempre!”.

La cura che mettete nella realizzazione dei vostri prodotti viaggia di pari passo alla cura della fotografia e dei video che preparate per commercializzarli, vi occupate di tutto voi o vi avvalete anche delle capacità di altri professionisti? 

Marcella è una grafica, quindi si occupa anche di tutta la comunicazione. La nostra fortuna è avere tanti amici talentuosi che prima di tutto sono innamorati dei nostri prodotti e che a noi fa piacere coinvolgere per le nostre campagne. Per la fotografia abbiamo una costante, ormai un pilastro del nostro lavoro, cioè Claudia Ferri. Per i video ogni anno invece abbiamo coinvolto un videomaker diverso. Massimiliano Bartolini per il nostro primo video che racconta la storia del making of delle nostre borse, Ivana Gloria insieme a Marcella ha realizzato i 5 spot in stop motion. Quest’anno invece il nostro video spy-story è stato realizzato in Australia da Dario Federiconi insieme a Martina Censi, amica e modella prefe.


Un aggettivo che vi rappresenta? 

Old-school.

Il complimento più bello che avete ricevuto? 

“Fra tutte le cose che ho visto oggi, siete il progetto più bello”.

E il peggiore? Come l’avete presa? 

“Vecchi ombrelloni? Ah, come Brandina!” :D è tipo un mantra quando siamo in zona Rimini. La prendiamo spiegando che non siamo per niente come Brandina per una lunga serie di motivi:
1. sono ombrelloni e non sdraio
2. noi ricicliamo veramente
3. facciamo prodotti di nicchia e non mass market (spesso a discapito dello stile)


Sogni nel cassetto? 

Poter vivere di questo lavoro.

Sogni fuori dal cassetto e che siete riuscite a realizzare? 

Nonostante tutto esserci ancora, con le nostre forze.

Da bambine come e cosa immaginavate di diventare? 

Veterinarie.


Luogo del cuore?

Il chiosco della piadina della Ines a Bertinoro.

Cosa ascoltate mentre lavorate? 

Radio 2 alla mattina, quando inizia il programma di Luca Barbarossa cambiamo, poi punk-rock, cumbia, indie, elettro-pop e come sempre Radio Black out.

Consigliateci un libro? 

La rivoluzione del filo di paglia di Fukuoka.

Sognate una collaborazione? se si, con chi?

Donne crafter come noi: Beci Orpin, Kitiya Palaskas, Dùdua di Barcellona.. etc etc.


Progetti per il futuro? 

Fare un progetto solo per donne over 50, nostre grandi appassionate.

Come commercializzate le vostre borse? 

Tramite i nostri social o i rivenditori. All’inizio abbiamo fatto tantissimi market per farci conoscere ora ne facciamo proprio pochi.

Avete qualcosa da dire a chi sta cominciando ad avviare il proprio percorso lavorativo nel campo dell’autoproduzione e dell’artigianato? 

Dovete crederci!

Potete trovare Rimini Rimini sul loro sito web, sulla pagina Facebook oppure su Instagram.

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