-controlunedì-

controlunedì 80

06:00




Lunedì? Welcome to the jungle!
La gif è del graphic designer e illustratore Rafael Varona.




Lo Yeaaah! Studio, con sede a Parigi, è uno studio di design e un marchio indipendente di abbigliamento e accessori. Dietro al brand ci sono Stéphane e Laura Casier, marito e moglie. Stéphane iniziando quasi per gioco a fare ciò che più gli piace, ovvero disegnare,
piano piano ha dato vita al suo studio, fino a trasformarlo in un vero e proprio
brand di abbigliamento e accessori.
I loro lavori sono bellissimi, vanno dalle classiche pin, alle magliette, dalle stampe fino alla pubblicazione di un libro Quality Goods stampato in risograph che raccoglie i loro lavori dal 2013 al 2016 (purtroppo ad oggi sold out). Se qualcuno avesse notizie di una copia che vaga per qualche ufficio, casa o sul web ci faccia un fischio! Se non volete perdervi nulla dello Yeaaah! Studio potete trovarlo anche su Facebook ed Instagram.




A Firenze è cominciata venerdì scorso la mostra/retrospettiva The Cleaner dedicata a Marina Abramovic, una delle artiste performative più discusse ed apprezzate degli ultimi cinquant'anni.
Il suo lavoro è profondamente introspettivo ed intenso, nelle sue performance cerca di instaurare un rapporto con il pubblico che osserva e spesso è parte integrante del suo lavoro, tuffandosi in situazioni estreme sia per il corpo che per la mente. Noi apprezziamo molto quest'artista serba che con coerenza persegue il suo ideale di messaggio da tantissimi anni. In mostra saranno esposte più di cento opere tra cui video, fotografie, dipinti, oggetti e la riesecuzione dal vivo di alcune sue celebri performance attraverso un gruppo di performer specificatamente formati in occasione della mostra.
A Palazzo Strozzi di Firenze fino al 20 gennaio 2019.




Lo studio svedese Future Memories ha creato un tool perfetto per chiunque lavori con le immagini.  Si chiama Picular e si autodefinisce come "Google, ma per i colori", vi basterà inserire una o più parole chiave (un personaggio, una sensazione, un termine...) e Picular analizzerà le 20 migliori immagini di Google evidenziando il colore predominante per ciascuna immagine, rilasciandone il codice esadecimale (che non è una parolaccia:)). Noi lo abbiamo già inserito tra i nostri preferiti di sempre, voi provatelo è molto divertente!




Occhi a cuore sempre per Iperborea, da quando poi ha realizzato il progetto The Passenger ancora di più! The Passenger è un libro-magazine che raccoglie long read, inchieste, reportage letterari e saggi narrativi che formano il racconto della vita di un paese e dei suoi abitanti per capirne la cultura, i processi, le nuove identità, i discorsi, le questioni, i problemi, le ferite. Frammenti che insieme ne compongono il ritratto. Ogni numero del magazine firmato Iperborea ospita un progetto fotografico inedito, ed è una vera e propria "guida di viaggio", un po' stramba ma curatissima. In questi giorni è uscito il secondo numero dedicato all'Olanda (il primo all'Islanda), noi li abbiamo già messi tutti in wishlist, anche quelli futuri che a quanto pare ci porteranno in Giappone e Norvegia. Imperdibili per gli esploratori del mondo...


-controlunedì-

controlunedì 79

07:00




Ogni tanto ricordiamoci di respirare ed osservare.
Gif di Sandra Parrado Barrio.




Non sappiamo come stiate mess* voi a pollice verde, noi malissimo... per questo guardiamo con gli occhi a cuore le piante di carta della designer, artigiana e appassionata di DIY Corrie Beth Hogg. Sul suo blog trovate tanti tutorial per creare piante di carta e tappezzare casa di meraviglie fatte da voi. Se volete più spunti e vi piace sfogliare i libri veri potete acquistare anche il suo libro: "Handmade Houseplants: Remarkably Realistic Plants You Can Make with Paper!" (Paperback). Scatenate la vostra voglia di verde, non sarà come avere piante vere, ma è sempre meglio di niente...



Che ci sia un crescente ritorno ed ammirazione per l'artigianato ed il fatto a mano ce ne siamo accorti tutti, tanto che, sull'isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, avrà luogo dal 14 al 30 settembre 2018 l'imponente mostra Homo Faber a celebrare i mestieri d'arte. Mostre, performance, talk, dimostrazioni dal vivo ma anche in realtà virtuale e la possibilità di conversare e vedere all'opera artigiani, artisti manifatturieri, designer e stilisti. L'evento è realizzato dalla Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship di Ginevra e celebra l'estro creativo ed il talento manuale di una selezione di maestri d'arte europei che colloquiano e si mostrano in una cornice di quattro mila metri quadri. L'ingresso è incredibilmente libero, previa prenotazione.



In vista del centenario della nascita del Bauhaus (2019) la Tate Modern di Londra, dall'11 ottobre al 27 Gennaio 2019 ospiterà una retrospettiva dedicata all'artista tessile Anni Albers. Anni, come studentessa alla scuola Bauhaus venne scoraggiata allo studio di alcune materie, così decise di iscriversi al corso di tessitura. Mai scelta fu più azzeccata, riadattando l'antica arte della tessitura in chiave moderna. Noi l'amiamo molto, se non riuscite ad andare a Londra fatevi il favore di visitare il sito web della  Josef & Anni Albers Foundation che preserva e promuove il lavoro di entrambi gli artisti, marito e moglie.




È uscito ad agosto, il nuovo libro di Giacomo Nanni, Atto di Dio edito da Rizzoli Lizard, noi lo aspettavamo, dopo aver letto il libro e visto le tavole di Prima di Adamo Canicola Edizioni al Festival Bilbolbul di qualche anno fa. La voce narrante è quella di un capriolo che trova rifugio nel parcheggio di un supermarket, ma, di pagina in pagina le voci aumentano, c'è anche quella di un unicorno che vive sui monti Sibillini ed è ambientata tra l'Aquila e Amatrice. Noi non possiamo far altro che consigliarvi questa storia, ne siamo rimaste davvero molto colpite. Gipi addirittura lo definisce "il romanzo grafico più bello del mondo", vi lasciamo con l'acquolina in bocca e speriamo ve la togliate quanto prima...


abiti

BRICIOLA NUMERO 8 - MADAM YOU HAVE A PROJECT

07:00



Virginia un giorno ci parlò di Isotta, una sua amica che produceva stampe fatte a mano su stoffa. Abbiamo visto e toccato con mano i capi di Isotta (Madam, you have a project) in un temporary store in Romagna, poi abbiamo continuato a seguirla sulla sua pagina Facebook, una vera esplosione giornaliera di forme e colori. Gli abiti che disegna e cuce sono realizzati a mano, le forme sono semplici e basiche, proprio come piacciono a noi! Ma c’è di più, Isotta realizza pattern originali stampati a mano, che rendono i suoi capi unici, un po’ come ugnun* di noi!

Madam, you have a project workspace

Ciao Isotta di dove sei e di cosa ti occupi?
Sono di Imola e sono un'artigiana. Ho un piccolo brand di abiti e accessori, tutti completamente realizzati a mano. Utilizzo tessuti che stampo nel mio laboratorio e tessuti African wax print.

Come è nato il tuo progetto Madam, you have a project? 
Sono sempre stata affascinata dagli abiti e dal cucito; dall'idea che da un tessuto, una situazione bidimensionale, si riesca, con particolari tagli e cuciture, a realizzare un oggetto in tre dimensioni. Mi è sempre sembrata una cosa magica, fin da quando ero bambina e vedevo mia nonna Amneris cucire.

Abbiamo letto che hai trascorso un periodo in Ghana, è stato fonte di ispirazione? Cosa ha attirato di più la tua attenzione e cosa ti porti nel cuore?
Ho vissuto in Ghana per due anni ed in seguito ci sono tornata spesso, almeno una o due volte all'anno per vari mesi. Un periodo molto formativo che mi ha molto influenzato sotto vari aspetti. Nel periodo in Africa ho avuto la possibilità di prendermi il tempo per finalmente cucire quello che avevo in mente, provare e riprovare modelli e proporzioni che facessero al caso mio. I modelli Ghanesi sono più sagomati ed estremi rispetto alle forme che prediligo, cioè tagli più semplici ed ampi. Una cosa che mi ha colpito sono stati ovviamente i loro tessuti che non conoscevo. Quando mi sono trasferita in Africa era il 2012 e in Italia non erano ancora così popolari. Sono rimasta a bocca aperta: colori incredibili, disegni spiritosi e tutti che li indossano con naturalezza in ogni occasione, in particolare il Venerdì che è considerato l'African day. Mi è rimasta impressa la sartorialità che trovi in ogni angolo. In Ghana ci sono moltissimi sartini in piccoli negozietti a bordo strada con macchine da cucire anche manuali con la rotella dell'ago da girare a mano...e mi chiedevo come facessero ad andare dritti senza tenere la stoffa con due mani!! A volte li vedevo anche andare in giro con la loro macchina da cucire sulla testa in cerca di clienti…strepitosi! Mi porto sicuramente nel cuore i colori, i disegni insoliti ma anche le persone felici, come le “madam” da cui andavo a comprare le stoffe, le persone che mi hanno insegnato che “it's ok”, nel senso che la perfezione non è così fondamentale o quantomeno non deve stressarci da pazzi!

African wax print

Madam, you have a project è un nome che non passa inosservato, come ti è uscito?
Ho pensato molto ad un nome per il mio brand. Volevo che fosse una frase ed ero in cerca della giusta ispirazione. Non volevo usare qualcosa che fosse troppo collegato all'Africa perché sapevo che la mia produzione si sarebbe sviluppata anche in altri direzioni. In Ghana condividevo casa con altre persone tra cui Thotie, un signore Filippino che tutte le volte che tornava dal lavoro mi trovava a cucire. Mi diceva sempre: 'Ah, madam, you have projects, you always have a new project!' e questo mi è sembrato perfetto! 'Madam', come tutti mi chiamavano e 'you have a project'. Mi piace l'idea che il project rimanga aperto a più possibilità, al futuro e a quello che farò...e quindi è nato 'Madam, you have a project'!

Madam, you have a project è la tua attività principale?
Sì. Sono felice perchè la risposta è stata positiva e questo mi dà una super carica per continuare... mi rende felice fare felici le mie clienti!!

La tua manualità e il tuo senso estetico spiccati si evincono dai tuoi capi. Puoi raccontarci il tuo percorso formativo?
Non so esattamente da dove derivi la manualità ma mi è sempre piaciuto fare, costruire, come diciamo noi “trafficare” con materiali e tirarne fuori qualcosa. Forse questo l'ho preso da mio babbo che di lavoro faceva il verniciatore (quindi sempre a contatto con cartelle colori, pennelli, vernici…) e che a casa aggiustava sempre tutto. Dopo il liceo ho scelto Costume e Moda a Rimini. Nel frattempo ho seguito un corso di taglio e cucito e da modellista. Durante gli studi ho sempre lavorato in negozi di vario genere, classico da uomo, pronto moda e dopo essermi laureata ho lavorato nel mondo del vintage da A.N.G.E.L.O a Lugo, sia nell’archivio storico che in negozio. Sicuramente il mondo del lavoro mi ha insegnato molto, soprattutto a conoscere varie realtà dell'abbigliamento ma indubbiamente il vintage è quello che mi ha insegnato di più. Credo di aver maturato un occhio più allenato per capire le vestibilità, i modelli, i tessuti, i disegni, le epoche e la libertà del mix and match! Mixare nuovo e vintage, capi da uomo con capi da donna, capi di epoche diverse, il tutto per creare qualcosa di personale, di caratterizzante, per trovare se stessi negli abiti, nel modo in cui li abbiniamo e non nel seguire dei modelli imposti dall'esterno. Le stampe mi hanno sempre affascinato, infatti la mia tesi è stata proprio sul re delle stampe: Emilio Pucci! Tornata dall'Africa ho seguito un corso di disegno tessile che è stato fantastico! Comprendeva tutto quello che mi interessava imparare. Mi sono sentita a casa, nel posto giusto al momento giusto, con le giuste esperienze passate che mi hanno fatto prendere il meglio dalla situazione che mi trovavo ad affrontare e con chiari propositi per il futuro. Dunque con un focus che non mi faceva perdere di vista perché ero lì: imparare per il mio progetto “Madam, you have a project”. Per renderlo più mio, più completo, più come lo avevo in testa da sempre.

Ove print

Ti occupi di tutto tu o hai dei collaboratori/collaboratrici?
Mi occupo di tutto io. Cerco e acquisto i materiali, li taglio, li stampo, li fotografo ed edito le foto. Il processo è lunghissimo e richiede tanto tempo; è molto impegnativo, ti prende un sacco di energie ma non te ne accorgi, perché è super piacevole ed entusiasmante.

Con quali tecniche realizzi le stampe dei tuoi pattern? Con quali inchiostri?
Solitamente uso il block printing, cioè stampa a blocchi con timbri che creo io. Questa tecnica mi piace molto perchè lascia molta libertà nella costruzione del layout finale o della stampa, unendo più blocchi insieme. Utilizzo anche la serigrafia sempre ovviamente con i miei disegni. Gli inchiostri che uso sono fatti appositamente per i tessuti e sono a base d'acqua.

Da dove trai ispirazione per i tuoi pattern?
Da tutto! L’ispirazione è intorno a noi, ovunque, basta cercare, osservare e divertirsi. Disegno sempre, ho sempre matite, penne e colori in borsa…spesso mi attraggono le forme o i colori delle cose che vedo...le fotografo, le disegno. Prima o poi diventano qualcosa di diverso!! Ultimamente mi interessa molto la calligrafia, quindi sperimento nuovi strumenti, possibilità di linee, texture, inchiostri, insomma bisogna sempre farsi incuriosire da nuove possibilità. Tutto torna utile!

Bangles print

Da dove arrivano le stoffe African prints? Hai dei fornitori in loco?
Le acquisto in Ghana, dove continuo ad andare spesso. Non penso che le userei senza il contatto
diretto con l'Africa. Si perderebbe il senso del project connesso a queste stampe.

La particolarità dei tuoi prodotti è che, essendo fatti interamente a mano, dalla stampa al
confezionamento, sono pezzi unici, è vero che non replichi mai le stesse fantasie su più capi? Quali sono le stoffe su cui prediligi lavorare?
Mi piace molto il concetto di unicità. Noi siamo unici perciò è bello che lo siano anche i nostri capi. Credo che dia un valore aggiunto di grande bellezza. In un mondo di fast-fashion, ritornare allo slow-fashion è doveroso, come anche ritrovare una dimensione più nostra negli abiti, sceglierli perchè ci piacciono e non perchè sono di moda. Non ripeto mai la stessa stampa con la stessa variante di colore sullo stesso tipo di base di tessuto. Prediligo tessuti naturali! Ho fatto esperimenti su tanti tipi di tessuto: lana, cotone, lino, tessuti cerati, tessuti tecnici, maglieria. Ogni tessuto ha una particolarità su cui poter giocare con la stampa per un risultato finale interessante.

Le linee dei tuoi capi sono estremamente basiche e comode, sono davvero tantissimi i capi che produci, qual è la tua cliente tipo? Produci capi maschili?
Mi piacciono molto le linee pulite, i modelli piatti di ispirazione giapponese. Credo che valorizzino al massimo la stampa della stoffa. E un po' come portare la stampa a passeggio, ben visibile e non troncata dai tagli dell'abito. Capi veloci e facili da indossare tutti i giorni ma con un qualcosa in più. Di solito le mie clienti sono curiose e hanno voglia di qualcosa di nuovo e diverso dal solito e sono felici di sapere che i capi sono unici e con forme morbide che non impongano una fisicità particolare per indossarle. Produco capi in prevalenza in taglia unica; il corpo della persona che li indossa contribuisce a rendere unico il capo nel senso che, a seconda di come sei fatto, cade diversamente e si personalizza ulteriormente. Mi è capitato di fare qualche capo da uomo su richiesta. Le T-shirt per esempio, che sono capi unisex, le ho realizzate anche da uomo.

Cactus print

Raccontaci una tua giornata tipo
Mi sveglio molto presto. Mentre faccio colazione ottimizzo il mio tempo controllando le mail, mettendo a posto qualche foto. Ho sempre una 'To do list' che mi aiuta ad organizzare il lavoro. La mia mente è molto visiva e devo vedere per rendermi conto delle cose da fare, di cosa è più urgente. Mi piace cancellare dalla lista quello che è stato completato! Dopo la parte social, grafica e organizzativa, mi metto al lavoro pratico. Cucio e stampo i capi per le mie clienti, studio e taglio modelli nuovi, creo nuovi timbri e nuovi disegni.

Un aggettivo che ti rappresenta?
Non saprei. Fino a qualche anno fa avrei risposto precisa e organizzata. Forse è ancora la risposta giusta ma credo si debba aggiungere curiosa. Mi piace imparare cose nuove, nuove tecniche, sperimentare. Tutto è sempre molto interessante e prima o poi entrerà a far parte di me e del mio lavoro. Aprire la mente al nuovo è fondamentale. Non bisogna fermarsi mai.

Il primo pensiero quando ti svegli la mattina e l'ultimo prima di addormentarti?
Forza! Via! Cosa devo fare oggi? Cosa devo fare domani? Mi capita ogni tanto di avere idee illuminanti appena prima di addormentarmi, allora mi alzo e mi segno tutto, altrimenti quando mi sveglio non me le ricordo più!

Colour Block print and African wax print

Che musica ascolti quando sei in piena produzione?
Non sono costante in questo. A volte lavoro in silenzio, a volte invece ascolto musica. Mi piace la
musica strumentale, la musica da cantare o da ballare. Dipende dal mood del giorno. Ogni tanto
ascolto conferenze e documentari ma anche film che conosco a memoria, così non mi distraggo.
Sentire parlare mi fa compagnia.

Sogni dentro e fuori dal cassetto?
Sono felice, quello che faccio mi piace. Sogni aggiuntivi: mi piacerebbe perfezionarmi, diventare
più brava, più veloce, aggiungere nuove tecniche; a poco a poco vedo che questo succede. Direi
che è necessario non perdere la fiducia, il focus. I sogni sono lì che aspettano che li raggiungi.

Colore preferito?
Verde acqua, anche se i colori mi affascinano in generale un po' tutti. Dipende dagli abbinamenti e dalle emozioni che generano in me. Mi piace riscoprire la bellezza di quelli che a volte disdegnavo un po'. Mi fanno ridere, sembra che si vendichino e ti dicano “guardami..io spacco!”

Rouches print 


Che consigli ti sentiresti di dare a chi si appresta ad avviare la propria attività nel campo
dell'autoproduzione e dell'artigianato?
Wow, dare consigli? Anche io avrei bisogno di consigli!! Innanzitutto è necessario sapere quello che si fa in termini di nozioni pratiche; si deve studiare continuamente, fare ricerca, essere aperti. Per quello che ho imparato nel mio percorso fino ad ora, posso dire con certezza che la cosa più importante è però avere un progetto che guidi tutto quello che fai e che ti aiuti a prendere decisioni coerenti. Può darsi che ci siano evoluzioni e cambiamenti nel progetto ma tutto deve avere un perché. Se c'è un perché si vede dall'esterno. Se c'è un perché c'è una storia e se c'è una storia tutto ha più senso.

Potete trovare Madam, you have a project sul suo sito web, sul suo shop, su Facebook, Instagram e su Society6.

Se sei un artigian*, lavori con testa e mani, vorresti farci conoscere la tua realtà e magari partecipare alla nostra rubrica puoi taggare su instagram uno dei tuoi progetti e inserire l'hashtag #quasibriciole. Saremo felici di visionare i tuoi lavori e conoscere il tuo brand, sarà nostra premura contattarti per un approfondimento qualora lo ritenessimo nelle nostre corde.

- controlunedì -

controlunedì 78

06:30

Dopo una breve pausa vacanziera, torna puntuale ogni inizio settimana,
il ControLunedì. Siete pront* a leggerne di tutti i colori? Come nella gif dell'illustratrice brasiliana Carmela Caldart.

Abbiamo scoperto l'artista Stéphanie Ledoux qualche anno fa durante un viaggio in Corsica, dove abbiamo avuto la fortuna di visitare una sua mostra che ci ha poi dato la voglia di conoscere meglio il suo lavoro. Stéphanie è appassionata di viaggi e di disegno, trascorre lunghi periodi di tempo in giro per il mondo conoscendo popoli diversi e instaurando con loro un legame emotivo che riesce ad aprire un varco proprio grazie ai suoi disegni. Il suo tratto unico e la maestria nel comporre l'immagine con macchie di colore, riescono a raccontare storie che "escono dal foglio". Nelle sue opere c'è molto di più che qualche tratto a matita e, come dice lei: "Disegnare è il modo migliore che ho trovato per viaggiare ponendo l'incontro umano al centro di tutto". Per seguire i suoi spostamenti e sapere dove sarà la sua prossima mostra vi consigliamo di seguirla qui.

C'è ancora tempo per contribuire al crowfunding dell'Associazione Pennelli Ribelli e sostenere il loro bellissimo progetto di Street Art dedicato a Marzabotto (medaglia d’Oro al Valore Militare). Marzabotto rappresenta una località simbolica della Resistenza e viene ricordata per una serie di stragi compiute dai nazi-fascisti tra il 1943 e 1944. I lavori verranno realizzati nell’arco di 10 giorni, per arrivare alla restituzione ai cittadini ed al pubblico prevista per il 6 Ottobre 2018. Gli obiettivi del progetto sono: la riqualificazione di fabbricati fatiscenti e il lancio di un nuovo linguaggio dedicato alla memoria ed alla simbolicità di Marzabotto e delle sue frazioni, memoria attiva per apprendere e per valorizzare risposte positive e creative. Contribuiranno Andrea Casciu, Guerrilla Spam, Ericailcane, Nemos, Collettivo FX, Kiki Skipi, coinvolgendo il paese intero e le sue frazioni. Potete seguire il lavoro di Pennelli Ribelli sulla loro pagina Facebook. Che ci piacciono i progetti resistenti si è capito no?


Dal 14 al 16 settembre, in Sardegna, la città di Tempio Pausania (SS) ospiterà la prima edizione di Bookolica il festival dei lettori creativi. Il progetto del Festival nasce dall’idea di incanalare una molteplicità di energie e spinte propulsive eterogenee in un’occasione di incontro e scambio nei comuni dell’Alta Gallura. Una tre giorni di reading, laboratori, teatro, musica, incursioni poetiche, aperitivi letterari e trekking letterari. Tra gli ospiti Antonio Moresco, Virginia Mori, Eldi Veizaj e Nicola Samorì. Il programma è in via di definizione, ma potete seguire tutti gli aggiornamenti sul Festival Bookolica anche su facebook. Forse siamo un po' di parte, una di noi (se ve lo siete dimenticati, ci occupiamo anche di grafica ed illustrazione) ha realizzato alcune immagini per il festival, quindi millemila di queste edizioni Bookolica!
Esce proprio oggi in libreria: KIWI, un albo illustrato con testi dell'uruguaiana Carmen Posadas ed illustrazioni a pastello della marchigiana Alessandra Manfredi. Nella piccola fattoria dove è ambientata questa storia, arriva un pacco inaspettato che crea in tutti gli animali grande curiosità ed aspettative, che vengono presto disilluse quando si scopre che il pacco contiene un semplice uovo. Cane, che è il garante della fattoria, si ritrova così a improvvisarsi papà della misteriosa creatura che presto nascerà. Kiwi è una storia ironica e dolce che ci aiuta a scoprire che una famiglia può nascere da incontri inaspettati. Se siete dalle parti di Bologna, vi consigliamo di passare da Mirabilia dove, fino al 27 settembre potrete ammirare le tavole originali del libro! 

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