BRICIOLA NUMERO 15 - MARIAPIA GAMBINO (Fatti di C'Arte)

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Voi non lo immaginereste mai vedendo i suoi lavori, delicati, eleganti, poetici, ma Maria Pia è una vera bomba del divertimento.
I suoi lavori in cartapesta sono sognanti, equilibrati e rasentano la perfezione nell’esecuzione. Se mai vi capitasse di passare davanti la vetrina del suo negozio, in pieno centro a Faenza, state attenti, potreste risvegliarvi dopo un’ora, immobili a bocca aperta intenti a costruire storie con i personaggi che la abitano.

La bottega di Mariapia in Piazza del Popolo 16 a Faenza.
Come è iniziata la tua avventura con la cartapesta?
Il prossimo anno saranno 10 anni da quando è iniziata questa avventura.
Era l'aprile del 2010 di una sera qualunque ed ero smaniosa di creare qualcosa di nuovo con materiali diversi (il mio percorso di studi è legato al mondo della ceramica).
Aprii il cassetto dove tenevo vari attrezzi e ci trovai un rotolo di fil di ferro e uno di nastro adesivo. Avevo anche un barattolo di colla vinilica e una serie di vecchi giornali. Iniziai a dare forma alla carta, non avevo un progetto iniziale. La carta prendeva forma, quasi fosse lei a guidare le mie mani. Nacque così il mio primissimo lavoro. Mentre vi rispondo lo sto guardando. Sono un lui e una lei, in mezzobusto. Lui ha gli occhi chiusi e porge un cuore alla sua lei, che lo guarda con una certa serietà. Sono contenuti dentro ad un scatola di legno, che ricavai da un vecchio cassettino al quale costruii attorno una cornice con le assi di una cassetta di legno, quelle della frutta per intenderci.
Mentre questo primo lavoro nasceva, sbocciava in me un desiderio.
Oddio! Me lo ricordo come fosse accaduto ieri. Ricordo proprio quell'emozione, o meglio quel desiderio che cresceva e che mi sussurrava: "Sì! È questa la strada da percorrere."
Per esperienza posso dirvi che le cose belle nascono sempre da periodi complicati, e quello lo fu. Ma quel momento di incertezza portava con sé un piccolo seme, che andava solo preso e piantato. E così in modo del tutto inconsapevole, lanciai quel semino e iniziai la mia bella avventura con la carta. Decisi quasi subito che sarebbe stato il mio lavoro, ma ci volle davvero tanto tempo e soprattutto caparbietà e sacrificio prima che quel desiderio prendesse realmente forma. Oggi è il mio lavoro, posso dirlo, perché è di questo che vivo, incredibilmente. Ogni mattina, mentre in bici mi dirigo nel mio laboratorio, mi sorprendo di poter fare questo percorso. 

Le creazioni in cartapesta di Mariapia

Come e dove hai imparato a realizzarla?
Nella città dove frequentai le scuole superiori (Sciacca), oltre alla ceramica, si lavora anche con la cartapesta. Sciacca è una della numerose città italiane a tradizione ceramica, ma vanta anche uno storico Carnevale e perciò quasi tutti i ceramisti della città sono dei cartapestai. Ho avuto modo di osservare, apprendere ed innamorarmi della cartapesta proprio durante quegli anni, ma solo a distanza di tempo ho riscoperto e ripreso questa tecnica. Vedere che dalla carta potessero prendere forma quelle enormi sculture mi faceva impazzire. Anche se ho dovuto reinventare  e personalizzare questa tecnica: il mio lavoro infatti è su piccola scala e tecnicamente è assai diverso che costruire un carro allegorico. Ho fatto tutta una serie di esperimenti fino a trovare poi la mia tecnica personale e il mio stile.


In molti tuoi lavori unisci il fil di ferro alla carta, utilizzi anche altri materiali nelle tue opere?
Il legno è un altro materiale parecchio presente nelle mie creazioni. Scatole, cornici e contenitori che accolgono o completano i miei lavori sono fatti di legno. Oggetti che costruisco o riciclo.

I tuoi strumenti di lavoro?
La carta in primis, vecchi giornali, cartone, cartoncino, poi il fil di ferro, il nastro di carta adesivo, colla vinilica, colori acrilici e vernici sono alla base del mio lavoro e sempre presenti sul mio tavolo e anche a casa. Se apri un qualunque cassetto, puoi star certo di trovarci dentro una di queste cose. E poi tutto il resto, pinze, forbici, attrezzi vari. Una cantina piena sia a casa che in laboratorio.


Che tempi di lavorazione richiede la cartapesta?
Ahimè, questa è una tecnica che ha tempi parecchio lunghi, legati principalmente alla modellazione e poi all'asciugatura della carta. Una bella palestra di pazienza e disciplina,  direi.

Raccontaci una tua giornata lavorativa tipo.
Oh, mamma mia! Volete proprio farmi venire allo scoperto?
Non sono una persona metodica e soprattutto mattiniera (ahi, ahi!), mi piace lavorare soprattutto la sera, perché riesco a concentrarmi meglio. Faccio così le ore piccole e arrivo nel mio laboratorio parecchio tardi la mattina, prendendomi i rimproveri dei miei clienti. Imposto il lavoro giorno per giorno, in base alle priorità e alle scadenza da rispettare. Ci sono giorni che dedico interamente alla modellazione della carta e altri alla decorazione. Ci sono molteplici aspetti da curare poi e la giornata tramonta abbastanza rapidamente.


Da qualche anno lavori in pieno centro storico a Faenza, in un negozio tutto tuo, com’è cambiato il rapporto con il pubblico che ora viene a trovarti?
Sicuramente in meglio. Il fatto di avere un luogo fisico dove accogliere le persone e farle sentire libere di venire anche solo a curiosare ha dato uno sviluppo significativo al mio lavoro.

Il tuo negozio è anche il tuo laboratorio? 
In verità non mi piace definirlo negozio. È il mio laboratorio o meglio la mia bottega nel senso originario del termine, dove progetto, creo e poi sì incontro i clienti. Vivo questo luogo in piena libertà, senza vincoli di orario. Ci sto il tempo che mi serve starci. Proprio come piace a me!


Cosa ha portato una siciliana in Romagna?
Di formazione sono una ceramista e quale posto migliore di Faenza per approfondire gli studi tecnici sulla ceramica? Ho studiato restauro conservativo, lavorato nel settore per un po' di anni per poi finire a fare la cartapesta a Faenza, città della ceramica. Bizzarro, no?
Ma nemmeno tanto, perché ho scoperto che anche qui ci furono delle importanti maestranze che lavoravano proprio la cartapesta. Ho sempre pensato che ceramica e cartapesta camminano l'una di fianco all'altra e, scoprire che anche a Faenza si lavorava questo materiale, in un certo senso ha confermato la mia idea.

Il tuo mondo è indiscutibilmente quello della cartapesta, pensi mai o ti capita di realizzare le tue opere anche con un’altra tecnica?
Sono anni che desidero rimettere le mani nell'argilla, adesso che ho anche il forno credo sia venuto il momento di farlo. Spero presto. 

Zenobia, da Le Città Invisibili di Italo Calvino

Che caratteristiche deve avere la carta che usi per le tue opere?
Uso principalmente i quotidiani, è tutto quello che mi serve.

Da cosa trai ispirazione per realizzare le tue creature sognanti?
Dalla lettura, dagli illustratori che mi piacciono, dal mio mondo di bambina.

Sogni nel cassetto?
Il sogno nel cassetto in questo momento è di potermi prendere un anno sabbatico dal lavoro su commissione e potermi dedicare a tempo pieno a nuovi progetti. Sono un tantino folle, non è escluso che accada.

Luogo del cuore?  
Il mio luogo del cuore è mutevole. Posso dirvi qual è il mio luogo oggi, ma probabilmente tra qualche mese o anno potrebbe cambiare. Il mio luogo, quello a cui penso per riassaporare la bellezza ed emozionarmi nei giorni grigi è lo Stagnone di Marsala in Sicilia. Il tramonto sulle saline, e il cielo blu che cade dolcemente sulle sue acque basse. Da tre anni a questa parte ho frequentato questo posto con  regolarità e ne sono letteralmente innamorata. Quando sono triste penso a qual contrasto, a quel bianco dei cumuli di sale che si alzano contro il cielo blu, accarezzati dalla brezza marina dello Stagnone. Alle mie camminate nelle acque basse che portano verso l'Isola Lunga. È la mia terapia contro ogni forma di tristezza.


Progetti per il futuro?
Una mostra per festeggiare i miei dieci anni di cartapesta. 2020, mi piace molto come numero.

Sappiamo che organizzi corsi di cartapesta e che sono sempre affollatissimi, cosa realizzano principalmente i partecipanti durante i tuoi laboratori?
I miei corsisti sono liberi di sviluppare un proprio progetto personale. I miei corsi non sono dei tutorial, non riproduciamo nulla di quello che io realizzo. Perciò ogni volta gli elaborati sono diversi, ma ho notato che molti finiscono per realizzare delle bambole o comunque delle figure.

Oltre che nel tuo negozio a Faenza, commercializzi i tuoi prodotti anche in altro modo?
Spedisco ovunque, ma non ho uno shop on-line. Una parte delle committenze arriva dai social: Facebook, Instagram e incredibilmente anche da Pinterest. Non sono molto social, ma il mio lavoro circola parecchio in rete, dovrei solo investire un po' di più in tal senso, se solo avessi più tempo! 


Hai qualcosa da dire a chi sta cominciando ad avviare il proprio percorso lavorativo nel campo dell’autoproduzione e dell’artigianato?
Non penso di avere le competenze per dare dei consigli, ma in base alla mia esperienza posso dire di non credere a quelle frasi del tipo: "Se ci credi veramente, allora puoi farlo" etc. Niente di più falso! Sognare, crederci,  sicuramente è importante, anzi fondamentale, ma non basta.
Bisogna essere realistici, capire come funziona il mondo, guardarsi intorno, testare il terreno per capire se quello che fai può avere un riscontro. Ma anche questo non basta.
Perché bisogna guardare al proprio progetto non a breve termine, non secondo le mode del momento. Se alla base del proprio lavoro non c'è una storia, un fondamento fatto di studio, progettualità, esperimenti, credo non si riesca ad andare molto lontani.
Bisogna essere dei sognatori, ma coi piedi per terra, per essere in grado di confrontarsi con la quotidianità spesso irta di ostacoli, sacrifici e anche fallimenti. 
Insomma, non bisogna illudersi che questo sia un lavoro così diverso da tanti altri, anzi è più faticoso, gratificante, ma faticoso. Non voglio scoraggiare nessuno, voglio semplicemente dirvi che un lavoro come questo è una vera sfida, dove ogni centimetro che percorri e ti guadagni non lo ricevi in dono, ma te lo devi costruire giorno per giorno con impegno fino anche a fare rinunce talvolta importanti.

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