Briciola numero 17 - Nidoramo

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I lavori di Nidoramo ci hanno subito catturato per immediatezza e semplicità. Francesco ed Anna realizzano i loro giocattoli in legno in un piccolo laboratorio immerso nella campagna, con piccoli macchinari a velocità ridotta. La loro capacità di raccontarsi sia a parole che con i loro manufatti ci hanno rapite...
Abbiamo Fatto qualche domanda a Francesco ed Anna, di seguito quello che ci hanno raccontato:

Nidoramo workspace
Abbiamo letto la bellissima storia del vostro incontro, ce la raccontate? 
La storia del nostro incontro è tutta scritta nel sito. Potremmo inventare nuove versioni, ambientarla in un'isola, o in un villaggio di montagna, o nel parco di una città invisibile. Senza alterarne i tratti fondamentali. Un boschetto. Un campo di calcio a cinque in cui dava prova di sé un gruppo di amici senza più fiato. Un pallone fuori campo. Di nuovo il boschetto. Anna, appena tornata da un viaggio, si trovava lì quasi per caso. Francesco era uno di quegli amici, l’autore del maldestro lancio. La ricerca del pallone da parte di entrambi…

Il vostro nome è evocativo, come vi è uscito?
Il nome Nidoramo, semplicemente, è uscito. Dove abitiamo è pieno di campi e boschi, dunque di alberi, rami e tanti nidi. Una volta uscito il nome, a guardarlo meglio, abbiamo capito che si addiceva perfettamente al nostro lavoro e all’ambito in cui esso si svolge, che è quello ludico-pedagogico. Il nido come casa, come venuta al mondo, come primissimo luogo di formazione. Il nido, oltretutto, come opera architettonica artigianale sempre unica. Il ramo costituisce dapprima un sostegno e poi diventa un trampolino per spiccare il volo (dopo aver tanto giocato) verso le sfide della vita.

Nidoramo - Cavallo con cavaliere
Lavorate immersi nella campagna, il vostro laboratorio è anche il luogo in cui abitate? 
Viviamo in un casolare sui monti delle Cesane, nei pressi d’Urbino. Verde tutt’intorno. Orto e pollaio. Casa e bottega, come si suol dire. Ad essere precisi i laboratori sono due: al piano terra, in un fondo adiacente al forno a legna, vi sono i macchinari che fanno segatura: tagliano, piallano, forano, torniscono, levigano. Sopra, in una delle stanze, il laboratorio che chiamiamo eufemisticamente “pulito”, quello dove si pittura, si assembla, si chiacchiera, si immagazzina.

Come è suddiviso il vostro lavoro, chi si occupa di cosa?
Ora che è arrivata la nostra seconda bimba e sue sono le principali attenzioni di Anna, gli ambiti sono maggiormente distinti, anche spazialmente: lei nel laboratorio di sopra a dar di pennello, di matita o ad intagliar timbri e Francesco nel laboratorio sotto a far polvere.

Nidoramo al lavoro
Ci descrivete una vostra giornata tipo?
Le bimbe sono di solito la nostra sveglia. Durante l’inverno, scendere in cucina, accendere la stufa e metterci sopra la moka del caffè sono un tutt’uno. Lo stesso in estate, ma più agevolmente senza stufa. Apriamo le galline, accompagniamo una delle bimbe a scuola e, di norma, entriamo in laboratorio. Di giornate tipo ce ne sono tuttavia diverse. Con la primavera iniziano i mercatini di artigianato artistico e allora siamo spesso via, in qualche città o festival. Quando siamo a casa cerchiamo di ritagliare del tempo per brevi passeggiate, un tuffo al mare o al fiume, la cura dell’orto. Ma il tempo è sempre stretto e il lavoro tanto, il che ci rende quasi incapaci di utilizzare il divano.

Il legno è un materiale vivo e parlante, cosa vi comunica? cosa desiderate comunichino le vostre creazioni?
Il legno è un elemento completo. In termini aristotelici vi è la potenza del seme e l’atto dell’albero, ma anche la potenza nel sostenere, la docilità con cui si presta ai più svariati usi. Vi è aroma e vi è memoria. E colori, nodi, venature, segni del tempo. La sua lavorazione è una geometria applicata che permette di dar forma alle forme possibili. Il seme-albero entra nel nostro laboratorio e ne escono giocattoli. Mentre ciò avviene cerchiamo di infondervi semplicità ed eleganza. In un mondo pieno di input ma scarso di attenzioni, complesso e ingarbugliato, ricco di oggetti ma povero di fantasia, la semplicità del gioco in legno ci appare una grande risorsa.



Che caratteristiche deve avere il legno che utilizzate?
I vari tipi di legno hanno caratteristiche proprie in base alla loro storia. Possono provenire da un albero a crescita rapida e resinoso o da un albero che impiega molto tempo a maturare, il che lo rende duro e compatto. Le diverse caratteristiche ne determinano anche l’impiego. A volte abbiamo bisogno  di un legno leggero ma resistente per produrre una spadina, altre di un legno che non screpoli troppo se vi si tagliano le curve di un cavallino. Utilizziamo maggiormente abete, faggio, frassino, tiglio, betulla; tutti per lo più provenienti da foreste italiane ed europee, controllate in fase di taglio. Pochissime essenze esotiche, talvolta legno di recupero.

Quali sono le fasi di lavorazione e le tempistiche per arrivare al giocattolo finito?
Ci sono molte fasi e passaggi. Partiamo rigorosamente dal legno grezzo, ossia da tavole irregolari che devono essere per prima cosa piallate e portate al giusto spessore. Poi tagliamo forme di macchinine, cavalieri, foglie, dondoli, equilibristi e molte altre ancora e le levighiamo. Fatto ciò si dipinge, si assembla, infine si gioca.

Nidoramo - Erbario
Lo strumento di lavoro che più vi piace utilizzare? 
Prima di ogni strumento - come utilizzarlo e perché - viene il metodo, che cerchiamo di affinare continuamente. Rispetto ad altri mestieri l’artigiano ha il privilegio di conservare tutta intera la consapevolezza delle varie fasi del lavoro, la materia prima, i passaggi intermedi, le finalità; tutte hanno origine nel suo ingegno, passando per le sue mani. Questo ci piace: nutrire d’intelligenza le fasi del lavoro in modo da migliorarne risultati e tempi di lavorazione. Se pensiamo a come realizzavamo i nostri primissimi giocattoli ci viene da sorridere ora che li vediamo più completi, più precisi, più belli e numerosi. Lo strumento preferito da Francesco è il traforo elettrico: sotto l’azione di una lama che oscilla, una tavola di legno o un pannello di multistrato smettono di essere un’area geometrica astratta per dar vita a forme concrete e irripetibili. Lo strumento di Anna è senz’altro il disegno, che è progettuale all’inizio e decorativo nelle fasi finali.

Luogo del cuore? 
Ce ne sono tanti, abbiamo un cuore grande da questo punto di vista e pezzi d’esso abbiamo lasciato qua e là. Ci piace immergerci nel mare ma anche la montagna maestosa ci attrae. Adoriamo una strada che percorriamo ogni giorno per portare nostra figlia a scuola, che corre su una dorsale: di qua gli Appennini, di là le colline del Montefeltro digradanti fino all’Adriatico. Infine, proprio sotto casa, c’è un enorme campo di erba medica che s’innalza fino al cielo e lì, spesso, pascolano i caprioli.

Nidoramo - Draghetto

Il gioco che evoca maggiormente la vostra infanzia? 
Ci viene in mente un giocattolo, seppur il suo ricordo è ormai perduto, che evoca l’infanzia di Francesco. E una foto che lo ritrae, una fila di mini lavandini sullo sfondo, mentre gioca all’asilo nido con un trenino smontabile. Quel trenino, fatto con quel tipo di snodo ma rivisto nelle forme, rivive ora tra i giochi Nidoramo. Ad Anna, invece, piacevano i microcosmi: tutto ciò che è in miniatura e in cui ci si può nascondere. Oggetti minuscoli, piccoli cimeli, pezzi di puzzle, mondi interi e segreti.

Il vostro rapporto con i social? 
Urticante, bipolare, talvolta incerto. Francesco è da poco guarito dalla sindrome da computer impallato o da “non funziona internet” quando arriva lui. Anna è più competente e più attenta. Attenta, anche, a mantenere una certa dose di riserbo verso un mondo, quello virtuale, che può risultare invasivo o ingannevole. Detto altrimenti, ci troviamo più a nostro agio con pialle, trapani e pennelli, ma desideriamo crescere in quest’ambito, certo fondamentale, e tanto abbiamo da imparare.

Nidoramo - Acrobata

Come e dove è possibile acquistare le vostre creazioni? 
Partecipiamo a mercatini e fiere di artigianato artistico. Se avessimo risposto positivamente alla precedente domanda avremmo potuto dire che le date dei vari eventi vengono pubblicate con puntualità sulle nostre pagine ma questo non è sempre vero. Cercheremo di essere più costanti in futuro. In alternativa, e in maniera del tutto obsoleta rispetto a un mondo globale, chi passa dalle nostre parti può fermarsi per un caffè, un tè o una “giocata”. Oppure c’è internet.

Cosa vi sentite di consigliare a chi muove i primi passi nel campo dell’autoproduzione e dell’artigianato?
Quando abbiamo iniziato questo mestiere passavamo intere mezz’ore a rimirare, rigirandolo per le mani, un oggetto li per lì creato. Si trattava, magari, di un prototipo, o di qualcosa che ora potremmo realizzare decisamente meglio, ma che per il solo fatto di aver preso quelle forme - e quelle misure, quelle e non altre - diventava un inesauribile oggetto di contemplazione. Si, perché, in quelle forme c’era anche il progetto, la valutazione dei possibili percorsi, le scelte tecniche e stilistiche. Ebbene, proprio questo ci sentiamo di consigliare: di mantenere desta la meraviglia. E di tener duro contro le avversità: pezzi di giochi finiti nella stufa, nottate in laboratorio, chilometri in autostrada, mercatini sotto la pioggia... ma questa - seppur la stessa - è un’altra storia. 

Trovate Nidoramo sul loro sito web, su Instagram e Facebook


Se sei un artigian*, lavori con testa e mani, vorresti farci conoscere la tua realtà e magari partecipare alla nostra rubrica puoi taggare su instagram uno dei tuoi progetti e inserire l'hashtag #quasibriciole. Saremo felici di visionare i tuoi lavori e conoscere il tuo brand, sarà nostra premura contattarti per un approfondimento qualora lo ritenessimo nelle nostre corde.

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